Aspettando le olimpiadi invernali di Milano – Cortina 2026, ricordiamo i giochi olimpici di Cortina 1956, con un passaggio dedicato ai giochi di Oslo del 1952.
A intervenire, Andrea Goldstein – economista e autore di numerosi saggi su economia, sport e globalizzazione e autore di Cortina 1956 – Un’Olimpiade tra Guerra fredda e Dolce vita e Tor Bomann-Larsen, scrittore e disegnatore, autore di La neve eterna – una storia sciistica della Norvegia.
Interventi in inglese e norvegese.
Cortina 1956. Un’Olimpiade tra Guerra fredda e Dolce vita
di Andrea Goldstein
Un’Olimpiade tra le speranze del boom economico e le incertezze della politica internazionale. Cortina 1956: la prima prova per l’Italia nei grandi eventi sportivi
Cortina 1956 racconta la prima Olimpiade italiana come evento sportivo, politico e mondano, specchio della trasformazione di un Paese. Mentre il boom economico apriva la strada al turismo di massa, la settima Olimpiade invernale fu teatro di record, rivalità Est-Ovest, mondanità globali e innovazioni tecnologiche. Attraverso fonti d’archivio e cronache d’epoca, Andrea Goldstein ricostruisce retroscena dei Giochi e ne analizza l’impatto sul territorio e il ruolo nel rafforzare il soft power italiano. Goldstein dedica anche un capitolo alle Olimpiadi invernali che precedono Cortina nel 1956, dal 1924 al 1952, con un passaggio dedicato proprio ai giochi svoltesi ad Oslo nel 1952.
Cortina 1956 è un affresco storico e sociale di un evento che anticipa le Olimpiadi nella Roma della Dolce Vita e invita a riflettere su sport, potere e sostenibilità — di grande attualità con l’avvicinarsi di Milano Cortina 2026.
Fresco dalla stampa, anche una versione del libro in inglese: Cortina 1956. Cold War, Dolce Vita and Olympic Dreams
Den evige sne – en skihistorie om Norge
di Tor Bomann-Larsen
Esiste un paese in bilico sull’orlo del congelatore – la culla dello sport sciistico e la tomba della spiritualità, la nazione in cui lo sport divenne la forza trainante della propria storia.
La neve eterna offre un’introduzione critica e perspicace, ma estremamente avvincente, all’universo dello sci, alla “religione” del Telemark e alla poesia delle spedizioni polari. L’autore dimostra come gli sci siano diventati pilastri nella costruzione di un’identità nazionale. Racconta la straordinaria storia dei pionieri che hanno trasformato i gradi sottozero in punti al proprio favore, di un popolo che solo gli sci sono riusciti a unire – del paese verso la neve eterna.
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