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La lingua degli altri. Demian Vitanza legge Elena Ferrante

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I personaggi nelle opere di Elena Ferrante, hanno spesso difficoltà a padroneggiare la lingua degli altri. Le donne devono spesso adattarsi al linguaggio degli uomini. Gli abitanti dei quartieri poveri a Napoli, faticano a parlare un italiano corretto. Dopo che Elena ne “La mia amica geniale” ha finito gli studi a Pisa, il dialetto parlato nella sua città natale le è diventato estraneo, ma al contempo necessario per costruire ponti sopra l’abbisso sociale che si è creato tra lei e coloro che aveva lasciato quando si era trasferita. Cosa ci dicono questi sforzi linguistici sulla situazione del potere in Italia? E cosa ci possono raccontare, i libri di Ferrante, sui dialetti italiani e sul ruolo delle donne nelle gerarchie sociali del nostro Paese?

Demian Vitanza è il secondo autore norvegese che questo Istituto invita a parlare di letteratura italiana, nella nostra nuova serie Autori norvegesi leggono libri italiani. In questa conferenza (in norvegese) Vitanza non solo parla di Ferrante come scrittrice, ma affronta soprattutto temi attuali che troviamo nelle sue opere.

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Demian Vitanza (n. 1983), scrittore e drammaturgo di padre italiano cresciuto in Norvegia, debutta nel 2011 con “Urak”, opera acclamata da critici e lettori. Da allora scrive una serie di romanzi che ottengono ottime recensioni, tra cui “Dette livet eller det neste” (2017) per il quale riceve ben due premi letterari. Apprezzato anche come drammaturgo, Vitanza vede i suoi drammi andare in scena anche sui maggiori teatri norvegesi, tra cui il Teatro Nazionale e Det Norske Teatret, e riceve il Premio Ibsen sia per il pezzo “Tyngde” (2018) che per “Nå” (2022). Le sue opere sono tradotte in una serie di lingue, tra cui l’italiano, l’inglese, olandese, francese, danese e cinese.

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  • Organizzato da: IIC Oslo